Sono passati 60 anni da quando Norman Joseph Woodland brevettò nel 1952 il codice a barre. Tra gli anni 30 e 40, superata la crisi del 29 e il proibizionismo, l’industria alimentare americana era cresciuta a dismisura. E serviva uno strumento per rendere più rapido e preciso l’inventario delle merci.
Il primo codice a barre della storia aveva solo 4 linee. Per vedere all’opera il moderno codice a barre (UPC) bisognerà aspettare il 1974, quando nei negozi di alimentari apparve un pacchetto di gomme Wrigley’s con uno strano disegno sul retro. A partire da quel momento, i codici a barre si sono moltiplicati sulle confezioni di ogni genere di merce, assumendo stili e forme diverse, fino al codice a barre a colori apparso nel 2007.
Oggi non sono più solo i prodotti alimentari ad avere un codice a barre, ma questo ha diversi campi di applicazione: li usano gli entomologi per monitorare le api e alcuni ospedali chiedono ai pazienti di indossare barccialetti con un codice a barre.